Spazio

Si può camminare sull’acqua su altri pianeti?

Si può camminare sull’acqua su altri pianeti?

Allora, immagina la scena: sei lì, su un pianeta alieno, con una bella bevanda cosmica in mano, e pensi: “Ma se mi metto a camminare sull’acqua, magari faccio colpo sulle creature locali?”. Ci hai pensato, vero? Ammettiamolo, l’idea di fare il supereroe acquatico interstellare stuzzica la fantasia. Ma prima di iniziare ad allenare i tuoi bicipiti da passeggiata su laghi marziani, dobbiamo fare un paio di conti. La fisica, quella dispettosa signora che ci mette sempre i bastoni tra le ruote (o, in questo caso, tra le scarpe), ha delle regole ben precise. E oggi, cari amici del cosmo, le esploreremo insieme, con la leggerezza di una piuma su Titano e la profondità di un oceano su Europa. Preparatevi a scoprire se il vostro sogno di diventare il Gesù galattico è realizzabile o se è meglio tenersi alla larga dalle pozzanghere cosmiche.

La danza della gravità: il primo passo

Partiamo dalle basi, quelle che ci tengono incollati a questo nostro bel pianeta blu: la gravità. È lei la vera padrona di casa quando si tratta di decidere se possiamo fluttuare o affondare. Pensateci un attimo: sulla Terra, camminare sull’acqua è già un’impresa riservata a pochi eletti (o a insetti molto leggeri e veloci, diciamocelo). Questo perché la nostra gravità, pur essendo la metà di quella di Giove, ci attira verso il basso con una forza tale che anche una piccola onda può farci fare un bel tuffo. Per camminare sull’acqua, in teoria, dovremmo riuscire a generare una spinta verso l’alto sufficiente a contrastare la forza che ci tira giù. Sulla Terra, ci servono speciali scarpe a molla, un bel po’ di allenamento e la benedizione di Poseidone. Ma nello spazio, le cose cambiano.

Dove la gravità è una piuma

Se ci spostiamo su pianeti con una gravità molto più bassa della Terra, tipo Marte, le cose si fanno interessanti. Marte ha una gravità che è circa il 38% di quella terrestre. Questo significa che, in teoria, saremmo più leggeri e faremmo salti più alti. Ma questo si applica alla nostra massa corporea, non alla nostra capacità di interagire con un liquido. Se trovassimo un lago di acqua liquida su Marte (cosa che, tra parentesi, è ancora oggetto di studio intenso), la minore gravità aiuterebbe un pochino, ma non farebbe miracoli. Saremmo ancora attratti verso il basso, anche se con meno vigore. L’acqua ha una sua densità, e noi abbiamo una massa. La fisica non si arrende tanto facilmente!

L’acqua aliena: non è tutta uguale

Ora, parliamo dell’acqua. Quella che noi conosciamo è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Semplice, no? Ma nello spazio, i liquidi possono essere molto diversi. Su Titano, una luna di Saturno, si pensa che ci siano laghi e fiumi di metano ed etano liquidi. Questi sono idrocarburi, molto meno densi dell’acqua. Se provaste a camminare su un lago di metano, vi ritrovereste immersi fino al collo in una sorta di brodo cosmico freddo e infiammabile. Non esattamente il tipo di esperienza “passeggiata sul lago” che avevate immaginato. La densità del liquido è fondamentale: per galleggiare o camminare sopra qualcosa, la densità di ciò che si muove (noi) deve essere inferiore alla densità del mezzo in cui ci muoviamo (il liquido).

Confronto delle condizioni su alcuni corpi celesti
Corpo Celeste Gravità (rispetto alla Terra) Possibili liquidi superficiali Condizioni per “camminare sull’acqua”
Terra 1 (standard) Acqua liquida Estremamente difficile senza aiuti (es. insetti, imbarcazioni)
Marte 0.38 Acqua salmastra liquida (ipotesi) Facilitato dalla minore gravità, ma comunque problematico
Europa (luna di Giove) 0.13 Acqua salata liquida (sotto la crosta di ghiaccio) Non applicabile sulla superficie, ma interessante per la vita sottomarina
Titano (luna di Saturno) 0.14 Metano ed etano liquidi Impossibile, liquidi troppo poco densi e diversi dall’acqua

I pianeti con il “giusto” mix

Quindi, quali sono le condizioni ideali per una camminata acquatica interplanetaria? Avremmo bisogno di un pianeta con una gravità significativamente inferiore alla Terra, magari per permettere alla nostra massa di distribuirsi meglio sulla superficie liquida. E, naturalmente, dovremmo trovare un liquido con una densità tale da sostenere il nostro peso. Potrebbe essere acqua in condizioni particolari, o magari un altro composto chimico. Ma attenzione, anche con la giusta combinazione, saremmo comunque ostacolati dalla tensione superficiale del liquido. Quella “pellicola” che a volte ci permette di vedere certi insetti camminarci sopra. Per noi umani, ci vorrebbe una pressione incredibile sui piedi, o delle “scarpe” appositamente studiate per distribuire il peso su una superficie più ampia, come fanno gli sci da neve, ma sull’acqua.

La tensione superficiale: il nemico invisibile

La tensione superficiale è quel fenomeno per cui la superficie di un liquido si comporta come una sottile membrana elastica. Sulla Terra, è grazie a questa che alcuni insetti riescono a correre sull’acqua. La forza che li sostiene è distribuita su un’area maggiore grazie alla loro forma e alla loro leggerezza. Noi, con la nostra massa considerevole, faremmo scoppiare questa “pellicola” come un palloncino. Anche su pianeti con una gravità inferiore, la tensione superficiale dell’acqua rimarrebbe sostanzialmente la stessa (dipende più dalle interazioni molecolari del liquido stesso). Quindi, anche se fossimo più leggeri, avremmo bisogno di scarpe a forma di paletta per non affondare, o di una quantità di acqua molto, molto bassa e con una gravità quasi nulla. Un po’ come camminare su una pozza di fango gelato, ma con più stile, si spera.

Esperimenti stellari: c’è speranza per i nostri piedi?

Potremmo mai vedere un astronauta fare una corsetta su un lago di Titano, o una gita panoramica sull’oceano di Europa? Al momento, sembra più fantascienza che realtà. La fisica, ci ricorda il nostro caro Zio Pachino, ha sempre l’ultima parola. Forse in futuro, con tecnologie avanzate che ci permettano di modificare la nostra interazione con i liquidi o di manipolare le forze, potremmo inventarci qualcosa. Magari delle tute speciali che generano un campo antigravitazionale personale, o delle suole che creano un effetto “cuscino d’aria” sotto i piedi. Ma fino ad allora, il nostro sogno di passeggiare sull’acqua cosmica resta confinato alla nostra immaginazione e ai film di fantascienza. E diciamocelo, anche l’immaginazione ha il suo fascino, non trovate? Per ora, meglio accontentarci di ammirare i misteri dei pianeti da una distanza di sicurezza.

Domande frequenti

Ma se la gravità fosse quasi zero, potrei camminare sull’acqua?

Se la gravità fosse effettivamente zero o quasi, galleggiaresti. Camminare implicherebbe comunque una certa interazione con il liquido, e la tensione superficiale o la densità del liquido giocerebbero ancora un ruolo nel mantenerti a galla. Potresti “planare” più che camminare, ma sarebbe un’esperienza strana!

Esiste acqua liquida su altri pianeti che potremmo visitare?

Le prove più solide suggeriscono la presenza di acqua liquida sotto la superficie ghiacciata di lune come Europa (Giove) ed Encelado (Saturno). Sulla superficie di pianeti come Marte, si ipotizza la presenza di acqua salmastra liquida per brevi periodi, ma non laghi stabili come li immaginiamo. La ricerca di acqua liquida è fondamentale nella ricerca di vita extraterrestre.

Qual è la differenza principale tra camminare sull’acqua sulla Terra e su un altro pianeta?

La differenza principale risiede nella gravità. Su un pianeta con gravità inferiore, la forza che ti attira verso il basso è minore, il che *potrebbe* facilitare la distribuzione del tuo peso sulla superficie di un liquido, ma senza considerare la tensione superficiale e la densità del liquido stesso, non basta.

Quali sono i liquidi più comuni trovati su altri pianeti?

Oltre all’acqua (spesso in forma ghiacciata o ipotetica liquida), su Titano si trovano metano ed etano liquidi. Su altri corpi, potremmo trovare idrocarburi o composti chimici ancora da identificare, che rendono l’idea di “camminare” ancora più complessa.

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