Spazio

Cosa succede al corpo nello spazio senza tuta?

Cosa succede al corpo nello spazio senza tuta? Un viaggio nel vuoto, parola di Zio Pachino

Immaginate la scena: siete lì, sospesi nel nero inchiostro dello spazio, con le stelle che vi fanno l’occhiolino come lustrini su un abito da sera cosmico. Bello, vero? Ma poi pensateci un attimo. E se, per un impeto di follia o un semplice abbiocco, vi scordaste quella pesante, ingombrante e fondamentale tuta spaziale? Che fine farebbe il nostro povero corpo umano in balia del vuoto? Preparatevi, perché la risposta non è esattamente una passeggiata nel parco, né tantomeno un picnic su Marte. Diciamo che sarebbe un’esperienza… decisamente più rapida e meno piacevole. Andiamo a scoprire insieme, con la serietà che ci contraddistingue e un pizzico di ironia, cosa succede quando il nostro delicato organismo incontra l’implacabile spazio.

L’universo ti aspetta, ma non senza il suo prezzo

Il vuoto dello spazio è un ambiente piuttosto esigente, non è vero? Non perdona e non fa sconti. È come quel parente ficcanaso che, non appena ti vede un po’ scoperto, ti si avventa addosso con critiche non richieste. Nel nostro caso, le critiche sono le leggi fondamentali della fisica che si scatenano sul nostro corpo.

Respirare? Non proprio una priorità

La prima cosa che notereste, o meglio, non notereste più, è l’aria. Nell’assenza di atmosfera, non c’è nulla da respirare. Quindi, il nostro primo pensiero andrebbe subito alla pressione. Senza la nostra bella tuta a far da scudo, la pressione interna del nostro corpo sarebbe enormemente superiore a quella esterna. Immaginate di gonfiare un palloncino fino a farlo scoppiare, ma in modo molto, molto più rapido e doloroso. I liquidi nel nostro corpo, come il sangue e la saliva, inizierebbero a bollire, non per il caldo, ma per la mancanza di pressione esterna. Un processo noto come ebollizione a bassa temperatura. Non esattamente un tè pomeridiano.

Occhio che non vi esplodano le pupille

E le nostre povere pupille? Bene, pensate a loro come a delle minuscole finestre. Nel vuoto, la pressione interna degli occhi sarebbe sufficiente a farli “sporgere” leggermente. Non vi esploderebbero, per carità, i tessuti sono più resistenti di quanto si pensi, ma la vista sarebbe ovviamente compromessa, e in modo permanente. E parliamo solo degli occhi!

Tutto quello che sale, prima o poi… scende? Ma non qui!

Il nostro corpo è abituato a una certa pressione atmosferica. È il motivo per cui non ci sentiamo come palloncini pronti a sgonfiarsi a ogni respiro. Nello spazio, questa pressione scompare di colpo.

Il gas è servito, ma non come pensavate

Il nostro sangue e i nostri tessuti contengono gas disciolti. Quando la pressione esterna crolla, questi gas cercherebbero di espandersi, creando bolle nei tessuti e nel flusso sanguigno. Pensate a quando aprite una bibita gassata troppo energicamente: tante bollicine che escono di prepotenza. Nel nostro corpo, questo sarebbe un disastro a livello cellulare. Potrebbe portare a danni estesi e irreversibili.

Un bel gonfiore, ma non quello da festa

Parlando di espansione, il nostro corpo intero inizierebbe a gonfiarsi. Non in modo da esplodere subito, ma assumerebbe una forma decisamente più… rotonda. Questo fenomeno è chiamato “gonfiore da vuoto” o “deflagrazione”. Il corpo si espanderebbe fino a raggiungere un equilibrio tra la pressione interna e la capacità di resistenza dei tessuti. Un look che non passerà certo inosservato, ma che non vi farà vincere nessun concorso di bellezza.

Il freddo glaciale (o il caldo infernale?)

Qui c’è un equivoco che molti fanno. Si pensa che nello spazio faccia sempre freddissimo. In parte è vero, ma non nel modo in cui immaginate. Il vuoto è un ottimo isolante. Non c’è aria che conduca il calore via rapidamente. Quindi, il vostro corpo non si congelerebbe istantaneamente come in un freezer. In realtà, il problema sarebbe più la pressione interna che il freddo. Però, se foste esposti alla luce solare diretta, senza la protezione dell’atmosfera, la temperatura sulla superficie esposta salirebbe a livelli estremi. Insomma, un bel forno da un lato e un freezer dall’altro, tutto nello stesso momento. Un vero dilemma termico.

Quanto durerebbe questo spassoso show?

Ecco la domanda da un milione di dollari (o di stelle). Quanto tempo avremmo prima che la situazione diventi… non più gestibile? Non parliamo di ore o giorni, ma di secondi. I primi effetti sarebbero quasi istantanei: perdita di coscienza nel giro di 10-15 secondi a causa della mancanza di ossigeno al cervello. La morte sopraggiungerebbe in un paio di minuti, al massimo. Non c’è tempo per pensare a cosa si sia dimenticato sul comodino. Gli astronauti sono addestrati a reagire con incredibile rapidità a qualsiasi imprevisto, proprio perché le conseguenze di un piccolo errore nello spazio sono catastrofiche.

Ecco una piccola tabella per riassumere la rapidità con cui il nostro corpo reagisce al vuoto:

Tempo dall’esposizione Effetto sul corpo umano
0-15 secondi Perdita di coscienza (ipossia cerebrale)
15-30 secondi Gonfiore dei tessuti, possibile espansione dei polmoni
30 secondi – 1 minuto Danni ai tessuti, inizio del processo di ebollizione dei liquidi corporei
1-2 minuti Morte cerebrale e conseguente morte dell’organismo

La lezione di Zio Pachino: meglio la tuta

Insomma, ragazzi, l’idea di fluttuare liberi nello spazio senza ingombri è affascinante, quasi poetica. Ma la realtà, come spesso accade, è un tantino più cruenta. La tuta spaziale non è un accessorio alla moda per astronauti. È un ecosistema portatile, un’oasi di pressione e ossigeno in un deserto di morte. È quello che ci permette di esplorare, di sognare, di fare passi da gigante (letteralmente) senza che il nostro corpo si trasformi in un esperimento di fisica andato male. Quindi, la prossima volta che guardate le stelle, ricordatevi che c’è dietro un’ingegneria pazzesca e un sacco di strati di protezione. E che, diciamocelo, è meglio essere un po’ ingombranti e vivi, piuttosto che liberi e… beh, non più vivi.

Domande frequenti

Cosa succede esattamente all’acqua nel corpo nello spazio senza tuta?
L’acqua nei nostri fluidi corporei, come sangue e saliva, inizierebbe a bollire a causa della bassissima pressione esterna. Non è un bollore dovuto al calore, ma alla mancanza di pressione che impedisce ai liquidi di rimanere allo stato liquido. Un fenomeno chiamato ebollizione a bassa temperatura.

Quanto tempo impiega un essere umano a morire nello spazio senza tuta?
La perdita di coscienza avverrebbe in circa 10-15 secondi per mancanza di ossigeno al cervello. La morte cerebrale, e quindi la morte vera e propria, sopraggiungerebbe in uno o due minuti al massimo. È un tempo brevissimo, che non lascia spazio a manovre di salvataggio improvvise.

Cosa si prova prima di perdere conoscenza nel vuoto?
Probabilmente si sentirebbe una forte sensazione di gonfiore, forse un dolore dovuto all’espansione dei gas nei tessuti e nei polmoni. La vista si offuscherebbe rapidamente, e poi, in pochi secondi, tutto svanirebbe nell’oscurità. Non è un’esperienza che si augurerebbe neanche al proprio peggior nemico.

Il corpo esplode immediatamente nel vuoto dello spazio?
No, il corpo non esplode immediatamente. I tessuti sono abbastanza elastici da resistere a una certa espansione. Il corpo si gonfierebbe, diventando più grande, ma un’esplosione violenta non è l’effetto principale. I danni maggiori sono causati dalla mancanza di ossigeno e dall’ebollizione dei liquidi.

Corpo Umano Bassa Pressione Mancanza Ossigeno Ebollizione Liquidi Gonfiore

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio