
Esiste un colore che nessuno ha mai visto?
Allora, diciamocelo: quante volte abbiamo guardato il cielo stellato, un tramonto infuocato o il più banale dei tubetti di tempera e ci siamo detti: “Ma quanti colori esistono?”. La risposta, amici miei, è un po’ come cercare di contare i granelli di sabbia. Ma quello che ci interessa oggi, con un occhio un po’ più da chimico-psicologo da bar, è se esiste un colore che, per quanto ci sforziamo, sfugge alla nostra percezione. Un colore fantasma, insomma. Preparatevi, perché questa roba qui potrebbe farvi vedere (o non vedere!) il mondo con occhi diversi. E poi, diciamocelo, è un argomento perfetto per fare bella figura alla prossima cena con amici, magari dopo un paio di bicchierini di vino rosso.
Oltre il nostro arcobaleno personale
Immaginate di avere un paio di occhiali speciali, quelli che vi permettono di vedere, che so, le onde radio o i raggi X. Wow, che figata! Ecco, per un attimo, mettiamo da parte gli occhiali di Harry Potter e parliamo di quelli che ci ha fornito Madre Natura: i nostri occhi. Il nostro occhio, diciamocelo, è una meraviglia tecnologica, ma è pur sempre un modello standard, con i suoi limiti. Pensate alle nostre cellule fotorecettrici, i famosi coni e bastoncelli. I coni, quelli che si occupano della visione dei colori, sono fondamentalmente di tre tipi: sensibili al rosso, al verde e al blu. Il nostro cervello poi, facendo un minestrone di segnali da questi tre tipi di coni, ci restituisce tutta la gamma di colori che conosciamo. Rosso, giallo, blu, verde, arancione… tutto un tripudio!
Il problema, cari miei, è che questa “ricetta” dei colori è piuttosto limitata. Ci sono delle lunghezze d’onda della luce che esistono, che ci circondano, ma che noi semplicemente non siamo in grado di decodificare. È come avere uno stereo che può suonare solo un certo numero di note: le altre esistono, ma per il vostro stereo sono un mistero assoluto. E qui casca l’asino sulla domanda fondamentale: esiste un colore che nessuno ha mai visto? La risposta è, con una certa probabilità, sì. Ma non come ve lo immaginate, tipo un “colore alieno” che ti fa dire “oddio, che cos’è?”. È più un “colore che non possiamo registrare”.
Il mistero dei colori non-spettrali
Parliamo un attimo di cosa intendiamo per “colore”. Nella fisica, il colore è essenzialmente una questione di lunghezza d’onda della luce. La luce bianca, quella del sole per intenderci, è un miscuglio di tutte le lunghezze d’onda dello spettro visibile. Quando un oggetto assorbe certe lunghezze d’onda e ne riflette altre, noi percepiamo il colore di quelle riflesse. Il rosso, ad esempio, corrisponde a lunghezze d’onda più lunghe, il blu a quelle più corte.
Ma il nostro cervello è un gran furbacchione. Non si limita a “leggere” le lunghezze d’onda. Crea, elabora, interpreta. Esistono dei colori che il nostro cervello è in grado di percepire, ma che non corrispondono a una singola lunghezza d’onda nello spettro visibile. Pensate al marrone. Dove lo vedete sulla tavolozza dell’arcobaleno? Non c’è! Il marrone è un colore che il nostro cervello costruisce mescolando percezioni di rosso e giallo, ma con una bassa intensità luminosa. È un po’ come il “colore anticomplementare”, un concetto un po’ tecnico che ci dice che il nostro sistema visivo è in grado di generare percezioni cromatiche che non hanno un corrispondente univoco nello spettro elettromagnetico. Praticamente, il nostro occhio e il nostro cervello fanno un po’ i creativi!
I limiti dell’occhio umano
Tornando ai nostri coni. Se avete una carenza di un certo tipo di coni, o se funzionano male, potreste essere daltonici. Ma anche chi vede i colori “normalmente” ha dei limiti. Per esempio, i cani vedono il mondo in modo diverso da noi. I loro coni sono più sensibili alle lunghezze d’onda del blu e del giallo, ma hanno difficoltà a distinguere tra rosso e verde. Quindi, per un cane, il rosso di un semaforo è probabilmente un giallo spento. Non è che il colore rosso non esista per loro, è che la loro percezione è diversa. E noi, con i nostri tre tipi di coni, siamo fermi lì.
Ma c’è di più. Pensate a certe creature marine che vivono negli abissi, dove la luce del sole arriva filtrata e con poche lunghezze d’onda. Il loro sistema visivo potrebbe essersi evoluto in modo completamente diverso. Potrebbero percepire lunghezze d’onda che per noi sono invisibili, come l’ultravioletto o l’infrarosso (anche se questi non sono tecnicamente “colori” nel senso in cui li intendiamo noi, ma piuttosto fasce dello spettro elettromagnetico). Pensate se ci fosse un essere vivente che vede un colore che noi non possiamo neanche immaginare, perché la nostra dotazione biologica ce lo impedisce. Sarebbe come un non vedente che cerca di immaginare il colore rosso.
Il colore impossibile: impossibile davvero?
Qui entriamo nel regno della fantascienza, o quasi. Si parla di “colori impossibili” o “anti-colori”, come il rosso-verde o il blu-giallo percepiti contemporaneamente. Teoricamente, questi colori non dovrebbero esistere secondo il nostro modello tricromatico. Se attivate contemporaneamente i coni del rosso e del verde, il cervello non sa come interpretarlo e, secondo alcuni, potrebbe generare una sensazione di “bianco” o “grigio”. Però, esperimenti controversi hanno cercato di dimostrare che, con stimolazioni particolari e un po’ di “inganno” al cervello, si potrebbero percepire sensazioni cromatiche anomale. Ma questi rimangono esperimenti di nicchia, ai confini della psicologia della percezione.
La vera domanda, però, è se esistono colori che nessuno ha mai visto perché semplicemente nessuno li ha mai prodotti o, più precisamente, la luce con quelle particolari lunghezze d’onda non è mai stata percepita dal nostro occhio. Esistono lunghezze d’onda nello spettro elettromagnetico che sono al di fuori del nostro spettro visibile. E chi ci dice che non ci sia una “fascia” tra il viola e l’ultravioletto, o tra il rosso e l’infrarosso, che il nostro occhio è totalmente incapace di rilevare, ma che potrebbe essere percepita come un “colore” da un altro tipo di organismo, o da un nostro ipotetico discendente evoluto?
Una tabella per capire meglio
Proviamo a riassumere un po’ il discorso con una piccola tabella, che fa sempre la sua figura e ci aiuta a mettere ordine nel caos dei colori.
| Concetto | Spiegazione | Esempio/Curiosità |
|---|---|---|
| Spettro visibile | La gamma di lunghezze d’onda della luce che l’occhio umano può percepire come colori. | Dall’ultravioletto (anche se non lo vediamo) al violetto, blu, verde, giallo, arancione e rosso, fino all’infrarosso (non visibile). |
| Coni (cellule fotorecettrici) | I tipi di cellule nell’occhio umano sensibili ai colori (tipicamente rosso, verde, blu). | La loro combinazione di segnali crea la percezione di tutti gli altri colori. |
| Colori non-spettrali | Colori percepiti dal cervello che non corrispondono a una singola lunghezza d’onda. | Il marrone (miscela di rosso/giallo a bassa intensità) o il magenta. |
| Limiti della percezione | L’incapacità del nostro occhio e cervello di elaborare determinate lunghezze d’onda o combinazioni di stimoli. | Daltonismo, percezione dei colori negli animali, possibili fasce invisibili dello spettro. |
| Colori impossibili | Combinazioni di colori teoricamente non percepibili dal nostro sistema visivo standard. | Rosso-verde o blu-giallo visti simultaneamente. |
Quindi, ricapitolando, il mondo dei colori è molto più complesso di quanto sembri. La nostra percezione è una costruzione del nostro occhio e cervello, con i suoi limiti. È possibile che esistano colori che noi, semplicemente, non abbiamo gli strumenti biologici per vedere. Non sono “colori che nessuno ha mai visto” nel senso di esseri misteriosi che li percepiscono, ma piuttosto “colori che la nostra biologia ci impedisce di vedere”. E questo, diciamocelo, è già abbastanza affascinante di per sé. La prossima volta che guardate un quadro o un tramonto, pensate che state vedendo solo una versione filtrata e personalizzata della realtà cromatica.
Domande frequenti
Ma se esistono colori che non vediamo, come facciamo a sapere che esistono?
Bella domanda, da vero filosofo del colore! Non li “vediamo” direttamente, ma possiamo ipotizzarne l’esistenza attraverso la fisica (altre lunghezze d’onda esistono nello spettro elettromagnetico) e la biologia (altri organismi hanno diverse capacità percettive). È un po’ come sapere che esistono i buchi neri: non li vediamo direttamente, ma ne osserviamo gli effetti.
Il daltonismo è una forma di “non vedere” colori che altri vedono?
Assolutamente sì. Il daltonismo indica che i coni di un individuo non funzionano correttamente o sono assenti, limitando la percezione di certe sfumature o colori che la maggior parte delle persone percepisce senza problemi.
Esiste un modo per “creare” un colore che nessuno ha mai visto?
Dipende da cosa intendiamo per “creare”. Possiamo creare colori artificiali mescolando pigmenti o luci in modi inusuali, ma la vera sfida è crearne uno che superi i limiti della percezione umana. Al momento, sembra più un’idea affascinante che una realtà concreta.
Il cervello può “inventare” colori che non esistono fisicamente?
Sì, in un certo senso. I colori non-spettrali, come il marrone, sono creazioni del cervello basate sull’interpretazione di segnali luminosi. Il cervello è un artista che usa le lunghezze d’onda come base per le sue opere.



