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Perché l’acqua del mare è salata ma quella dei fiumi no?

Ma vi siete mai chiesti perché, bagnandovi al mare, poi ci ritrovate con quella sensazione appiccicosa e il sapore di sale sulle labbra, mentre dopo un tuffo in un bel fiume di montagna, l’acqua è fresca, limpida e… beh, semplicemente acqua? Non ditemi che non ci avete mai pensato! È una di quelle cose che diamo per scontate, come il caffè del mattino o le tasse. Eppure, dietro questo piccolo mistero quotidiano si nasconde una storia affascinante, una saga geologica che coinvolge rocce, pioggia e miliardi di anni. Preparatevi, perché oggi smonteremo questo enigma con la leggerezza di una piuma e la profondità di un oceano (ma senza la salsedine, promesso!).

Il furto di sale: un viaggio lungo milioni di anni

Immaginate la Terra, qualche centinaio di milioni di anni fa. Non c’erano ancora i nostri amati fiumi che sgorgano tranquillamente verso il mare, ma c’erano rocce, tante rocce. E poi, c’era la pioggia. Ah, la pioggia! Non è solo acqua, sapete? Quando le goccioline cadono, attraversando l’atmosfera, raccolgono un po’ di gas, inclusa una piccola quantità di anidride carbonica. Una volta che toccano terra, diventano leggermente acide. Mica un acido corrosivo da laboratorio, eh, niente panico! Ma abbastanza da iniziare a “sciogliere” lentamente le rocce con cui entra in contatto. Un po’ come quando lasciate la tazza della colazione nel lavandino e il calcare inizia a fare il suo sporco lavoro. Solo che qui parliamo di scale temporali geologiche, roba che fa sembrare la vostra ultima dieta un battito di ciglia.

Queste piccole particelle minerali, che includono anche ioni come il sodio e il cloro – sì, gli stessi che troviamo nel nostro sale da cucina! – vengono poi trascinate via dall’acqua che scorre. E dove va quest’acqua? Esatto, verso i fiumi. I fiumi, poverini, non fanno altro che fare il loro dovere: trasportare l’acqua e tutto ciò che essa raccoglie lungo il suo cammino. Questo processo, costante e incessante, significa che ogni goccia d’acqua che forma un fiume è, in un certo senso, un piccolissimo campione di minerali disciolti provenienti dalle rocce.

I fiumi: autisti a tempo pieno, ma con un tragitto breve

Quindi, se l’acqua dei fiumi trasporta già minerali disciolti, perché non li sentiamo salati? La risposta è semplice: concentrazione e riciclo. I fiumi sono essenzialmente delle autostrade per l’acqua. L’acqua scorre velocemente, raccoglie il suo carico di minerali e lo porta via, verso una destinazione finale. Il loro “tragitto” non è abbastanza lungo né abbastanza “statico” da permettere a questi sali di accumularsi in quantità percepibili. Pensatela così: è come se i fiumi fossero studenti che trasportano libri in biblioteca. Ogni libro (sale) viene preso da uno scaffale (roccia) e portato alla biblioteca (oceano), ma i fiumi non si siedono a leggere in biblioteca per sempre. Loro tornano a prendere altri libri. L’acqua nei fiumi si rinnova continuamente. L’acqua che scorre via nel mare è la stessa che sta arrivando dalle montagne, carica di freschezza e, sì, di una infinitesimale quantità di minerali disciolti.

Inoltre, la quantità di sale che un fiume trasporta è relativamente piccola rispetto al volume totale di acqua che scorre. È distribuita su una vasta area, rendendola praticamente impercettibile al nostro palato. Se faceste un assaggio di un litro d’acqua di fiume, probabilmente non sentireste nulla di diverso dall’acqua del rubinetto (a meno che non ci sia qualche inquinamento, ma quello è un altro discorso!).

L’Oceano: la grande vasca da bagno dell’umanità

Arriviamo ora al protagonista indiscusso del sale: l’oceano. Qui, le cose cambiano radicalmente. L’acqua dei fiumi, carica di tutti quei minerali disciolti, alla fine finisce inevitabilmente nei mari e negli oceani. Ma, a differenza dei fiumi, l’oceano non ha un “sfogo” dove l’acqua se ne va portandosi via i sali. L’acqua nell’oceano evapora, è vero, formando le nuvole che poi torneranno a far piovere (e a sciogliere le rocce!). Ma quando l’acqua evapora, lascia indietro i sali. È un po’ come quando fate bollire l’acqua in un pentolino per preparare la pasta: l’acqua evapora, ma il fondo della pentola si ritrova coperto di quel bianco calcaretto. Ecco, l’oceano è una pentola gigante che bolle da miliardi di anni!

Questo continuo apporto di sali dai fiumi e l’evaporazione costante dell’acqua pura hanno fatto sì che, nel corso di ere geologiche, la concentrazione di sale negli oceani sia aumentata fino a raggiungere i livelli attuali. Non è un processo istantaneo, eh! È una maratona lentissima, dove ogni giorno aggiungiamo un granello di sabbia alla spiaggia. Alcuni scienziati stimano che se tutta la Terra fosse coperta da uno strato di sale disciolto dall’oceano, questo strato sarebbe alto decine di metri!

Altre fonti di sale: un team affiatato

E non dimentichiamoci di altre fonti! Sotto il fondale marino, ci sono attività vulcaniche sottomarine e sorgenti idrotermali. Queste zone rilasciano ulteriori minerali e gas nell’acqua, contribuendo anch’essi alla salinità. Pensate a dei vulcani che fanno “borbottare” il fondo dell’oceano, rilasciando un cocktail minerale direttamente nella brodaglia. Quindi, i fiumi sono i principali “fornitori”, ma l’oceano ha anche i suoi “fornitori” interni che tengono alto il livello di sale.

Confronto approssimativo tra la salinità di fiumi e oceani
Tipo di acqua Salinità media (grammi di sale per litro d’acqua) Note
Acqua di fiume 0.1 – 0.5 Varia molto a seconda della geologia locale e della piovosità.
Acqua di mare 35 Principalmente cloruro di sodio (NaCl).
Acqua del Mar Morto 340 Esempio estremo di elevata salinità per elevata evaporazione e scarso ricambio idrico.

Cosa succede al sale nei fiumi? Un ciclo continuo

Quindi, ricapitolando: i fiumi raccolgono minerali dalle rocce e li trasportano. Ma questo processo non li rende salati perché l’acqua si rinnova costantemente e la concentrazione è bassa. È come se un pittore usasse un pennello intinto nel colore su una tela. Il pennello (fiume) porta il colore (sali), ma poi viene risciacquato (acqua che scorre via) e pronto per un nuovo “colpo di colore”. L’oceano, invece, è la tela finale dove il colore si accumula, perché non viene mai pulito completamente. L’acqua evapora, ma il colore resta lì, depositandosi e concentrandosi.

La geologia del bacino idrografico di un fiume gioca un ruolo fondamentale. Fiumi che attraversano zone ricche di rocce solubili, come evaporiti (sali depositati in passato), tenderanno ad avere un contenuto di minerali leggermente più alto. Ma anche in questi casi, la percezione del sale rimane bassa per le ragioni che abbiamo detto. Il grande segreto è l’accumulo. Il sale si accumula dove l’acqua può ristagnare o dove l’evaporazione è molto più alta dell’apporto d’acqua dolce.

E questo ci porta a capire perché i mari interni, come il Mar Morto, sono ancora più salati dell’oceano. Sono bacini chiusi dove l’apporto d’acqua dolce è minimo e l’evaporazione è altissima, trasformandoli in vere e proprie “piscine di sale” naturali. Diciamo che l’oceano è la piscina condominiale, il Mar Morto è la vasca idromassaggio ultra-concentrata!

Domande frequenti

Perché l’acqua piovana non è salata se scioglie le rocce?

L’acqua piovana, anche se leggermente acida, contiene una quantità minuscola di minerali disciolti. La sua “salinità” è così bassa che è praticamente nulla. I fiumi, che raccolgono quest’acqua e la fanno scorrere, distribuiscono questi pochi minerali su un grande volume, impedendone l’accumulo percepibile. È come diluire una goccia di vernice in una piscina: l’effetto è nullo.

Quanto tempo impiega il sale per accumularsi nell’oceano?

Si parla di milioni e milioni di anni! È un processo geologico lentissimo. I fiumi hanno costantemente apportato sali disciolti alle acque oceaniche per miliardi di anni, mentre l’evaporazione ha lasciato indietro i solidi, aumentando gradualmente la concentrazione salina fino ai livelli attuali.

Se il mare è salato, cosa succede alle piante e agli animali che vivono nei fiumi?

Gli organismi che vivono nei fiumi sono adattati a un ambiente con pochissimo sale (acqua dolce). I loro corpi non sarebbero in grado di gestire l’alta concentrazione salina dell’oceano. Al contrario, gli organismi marini hanno sviluppato meccanismi osmotici specifici per vivere in acqua salata. Esistono poi ambienti di transizione, come gli estuari, dove l’acqua dolce dei fiumi si mescola con l’acqua salata del mare, ospitando specie in grado di tollerare entrambe le condizioni.

C’è sale nell’acqua del rubinetto?

Sì, c’è sempre una piccolissima quantità di minerali disciolti, tra cui anche ioni di sodio e cloro, nell’acqua del rubinetto. Tuttavia, questa concentrazione è bassissima e considerata “acqua dolce”, poiché siamo ben lontani dalla salinità degli oceani. I processi di trattamento dell’acqua potabile poi rimuovono la maggior parte delle impurità.

Perché alcuni laghi sono salati e altri no?

I laghi salati sono spesso bacini chiusi o semi-chiusi con un elevato tasso di evaporazione e un scarso afflusso d’acqua dolce. Senza un ricambio idrico sufficiente a diluire i sali apportati dai fiumi o dalle rocce circostanti, i minerali si accumulano nel tempo, rendendo l’acqua salata, proprio come negli oceani ma su scala ridotta.

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