Corpo umano

Perché la pelle si abbronza al sole?

Allora, siamo onesti. Quanti di voi, appena vedono il primo raggio di sole un po’ più generoso, iniziano già a fantasticare sulla tintarella? E magari vi ritrovate lì, sotto l’ombrellone, a chiedervi: “Ma perché cavolo la pelle diventa scura quando mi espongo al sole?”. Non è mica un caso, eh, non è che la pelle si tinge come una maglietta al bucato. C’è una spiegazione scientifica, una specie di magia della natura che lavora nel nostro derma, e fidatevi, è più interessante di quello che sembra. Continuate a leggere, che vi spiego tutto con la leggerezza di un Mojito fresco e la precisione di un carabiniere che multa un pirata della strada (metafore campate per aria, ma si capisce, no?).

Il grande inganno del sole: un amico, un nemico, ma soprattutto un creatore di colore

Il sole, quel disco giallo che ci fa sudare d’estate e ci regala bellissime albe (e tramonti, per carità), è una fonte di energia fondamentale per la vita sulla Terra. Ma sappiamo tutti che non è proprio un innocentone. I suoi raggi, quelli che ci fanno sentire vivi e ci danno quella bella tonalità olivastra che ci fa sentire quasi modelli di Victoria’s Secret (anche se poi magari siamo solo scottati come gamberetti), sono in realtà un cocktail di radiazioni. La parte che ci interessa di più, in questo gioco dell’abbronzatura, sono i cosiddetti **raggi UV**, ultravioletti, per gli amici. Questi signori ray si dividono principalmente in due categorie che raggiungono la nostra pelle: gli UVA e gli UVB. Gli UVA sono più subdoli, penetrano più in profondità e sono i principali responsabili dell’invecchiamento precoce e, diciamocelo, di quel look “pelle di carta vetrata” se non stiamo attenti. Gli UVB, invece, sono quelli che danno la botta iniziale, quelli che ci fanno arrossare come pomodori e, sì, sono i veri innescatori della nostra reazione di difesa: l’abbronzatura.

Melanina: la nostra supereroina della pelle

Ma cosa succede quando questi raggi UV, soprattutto gli UVB, pizzicano la nostra pelle? Non è che lei dice: “Ok, prendo la tintarella e basta!”. No, no. È una reazione di difesa, un po’ come quando il cane del vicino abbaia e voi vi barricate in casa. La nostra pelle ha una specie di “guardia del corpo” naturale che si chiama **melanina**. Questa è una molecola complessa, un pigmento prodotto da cellule specializzate chiamate melanociti, sparse nel nostro strato più superficiale dell’epidermide. La melanina ha un compito fondamentale: assorbire e disperdere l’energia dei raggi UV, agendo come un vero e proprio **filtro solare interno**. In pratica, protegge il nostro DNA dai danni che i raggi ultravioletti potrebbero causare, danni che a lungo andare possono portare a mutazioni e, nel peggiore dei casi, a tumori della pelle.

Come la melanina si mette al lavoro

Quando i raggi UVB colpiscono la pelle, attivano i melanociti. È come se una sirena d’allarme suonasse e questi soldatini iniziassero a produrre melanina più velocemente e in quantità maggiore. La melanina prodotta viene poi trasferita alle cellule circostanti, i cheratinociti, che sono le cellule principali della nostra pelle. Immaginatevi la melanina come tante piccole “capsule” di colore scuro che si distribuiscono intorno al nucleo delle cellule, creando una sorta di scudo protettivo. Ecco perché, dopo qualche giorno di esposizione al sole, la pelle inizia a scurirsi. Non è istantaneo, ma è una risposta progressiva. Il colore che vediamo, dal color nocciola al bronzo intenso, dipende da due tipi principali di melanina: l’eumelanina (di colore marrone-nero) e la feomelanina (di colore giallo-rosso). La nostra genetica, il tipo di pelle che abbiamo e la quantità di ciascun tipo di melanina, determinano quanto velocemente ci abbronziamo e che colore assumiamo.

Tipi di pelle e abbronzatura: non siamo tutti uguali

Qui entra in gioco la genetica, il nostro DNA che decide le nostre sorti (anche in fatto di abbronzatura). Esistono diverse scale per classificare i tipi di pelle in base alla loro reazione al sole, la più famosa è la **scala di Fitzpatrick**. Ve la metto giù così, giusto per farvi un’idea:

Tipo di pelle (Fitzpatrick) Reazione al sole Abbronzatura
I (Molto chiara) Sempre scottatura, mai abbronzatura Nessuna
II (Chiara) Scottatura frequente, abbronzatura minima Leggera
III (Media) Scottatura occasionale, abbronzatura graduale Moderata
IV (Olivastra/Mediterranea) Scottatura rara, abbronzatura buona Buona
V (Scura) Scottatura rarissima, abbronzatura molto scura Molto scura
VI (Molto scura/Nera) Mai scottatura, pelle pigmentata Massima

Come vedete, c’è chi si abbronza come un profumato salame e chi, con la stessa esposizione solare, finisce per assomigliare a un astice bollito. Questo ci fa capire che la **pelle** è un organo meraviglioso ma anche estremamente variabile. E non dimentichiamoci che l’abbronzatura è, prima di tutto, un segnale che la nostra pelle è sotto stress!

Un’abbronzatura “lenta” è un’abbronzatura “sana”

Quindi, ricapitolando: il sole ci manda i suoi raggi UV, la nostra pelle, grazie ai melanociti, si difende producendo melanina, e questo processo ci dà il colore tipico dell’abbronzatura. È una danza evolutiva tra la nostra pelle e l’energia solare. Ma occhio, cari miei! Questa abbronzatura, per quanto ci piaccia e ci faccia sentire più “in forma” (che poi è una str***ata, eh), è pur sempre un meccanismo di difesa. Una bella abbronzatura che si sviluppa gradualmente, nel corso di settimane, è segno che il vostro corpo sta lavorando bene per proteggersi. Al contrario, un’abbronzatura lampo, quella che si ottiene in un giorno sotto il sole battente, è un segnale che la pelle è stata messa sotto torchio, e il rischio di danni, scottature e invecchiamento precoce aumenta vertiginosamente. Quindi, sì alla tintarella, ma sempre con saggezza e protezione. La vostra pelle vi ringrazierà, e vi sembrerà meno di un vecchio pergamena quando avrete settant’anni e potrete ancora sfoggiare un bel colorito (ottenuto con dignità, mi raccomando).

Domande frequenti

Perché alcune persone si scottano più facilmente di altre?

È tutta una questione di melanina e genetica! Le persone con la pelle più chiara hanno meno melanina o melanociti meno attivi, quindi la loro pelle è meno protetta dai raggi UV. Si scottano più facilmente perché la loro difesa naturale è più debole.

L’abbronzatura artificiale è sicura?

Diciamo che è meglio di stare ore sotto il sole senza protezione, ma non è del tutto priva di rischi. Le lampade abbronzanti emettono raggi UV, che sono dannosi per la pelle. L’abbronzatura artificiale, seppur più controllata, può comunque aumentare il rischio di invecchiamento precoce e, in alcuni casi, di tumori della pelle.

L’abbronzatura svanisce, perché?

L’abbronzatura svanisce perché le cellule della pelle, quelle che contengono la melanina, vengono continuamente rinnovate e poi eliminate. Con il tempo, le cellule pigmentate vengono sostituite da nuove cellule senza melanina, facendo “tornare” la pelle al suo colore naturale.

Dobbiamo sempre usare la protezione solare?

Assolutamente sì! Anche se avete una pelle che si abbronza facilmente, i raggi UV causano comunque danni, soprattutto ai livelli più profondi della pelle e al DNA cellulare. La protezione solare è la vostra migliore alleata per una pelle sana e un’abbronzatura più sicura e graduale.

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