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I pipistrelli vedono davvero al buio?

Amici miei, scommetto che molti di voi, quando pensano ai pipistrelli, li immaginano svolazzare nel buio più totale come delle piccole ombre sfocate, dotate di una vista superpotente che gli permette di navigare come piloti notturni provetti. Beh, se anche voi la pensavate così, preparatevi a rimanere un po’… a bocca aperta. Perché la verità, come spesso accade in natura, è molto più affascinante e, diciamocelo, anche un po’ più… sonora di quanto si possa pensare. Vale la pena svelare questo mistero notturno? Assolutamente sì, perché scopriremo un superpotere che farebbe invidia a qualsiasi agente segreto.

La vista dei pipistrelli: un mito da sfatare

Iniziamo subito a fare chiarezza, mettendo i puntini sulle “i” e le ali sui pipistrelli. L’idea che i pipistrelli vedano perfettamente al buio pesto è un po’ come dire che io, con la mia calvizie galoppante, possa vincere un concorso di bellezza per parrucchieri. Semplicemente non funziona così. La realtà è che molti pipistrelli, quelli che ci interessano di più quando si parla di navigazione notturna, non sono poi così dotati di una vista eccezionale in condizioni di scarsissima luminosità. Anzi, alcuni ci vedono anche peggio di noi quando abbiamo bisogno degli occhiali per leggere il menu al ristorante. E allora come fanno a non sbattere contro i muri, o peggio ancora, contro il lampione del vicino?

L’eco che trasforma il buio in visione

Qui entra in gioco il vero protagonista della storia: l’ecolocalizzazione. Dimenticate gli occhiali a infrarossi o la visione notturna alla Rambo. I pipistrelli usano un sistema che è molto più simile a un sonar biologico. In pratica, questi simpatici mammiferi volanti emettono dei suoni ad altissima frequenza, impercettibili per le nostre orecchie umane (e meno male, sennò altro che musica da discoteca!). Questi ultrasuoni viaggiano nell’aria, rimbalzano sugli oggetti circostanti – alberi, insetti, muri, o anche quel gatto che sta appostato per beccarsi un pipistrello a cena – e poi tornano indietro alle loro orecchie sensibili.

Il cervello del pipistrello elabora questi echi come se fossero delle fotografie in movimento. La differenza nel tempo che impiegano gli echi a tornare indietro, e la loro intensità, permettono al pipistrello di capire non solo dove si trovano gli oggetti, ma anche quanto sono grandi, che forma hanno e persino a che velocità si stanno muovendo. Pensateci un attimo: è come avere un navigatore satellitare naturale che funziona in tempo reale, ma che usa il suono invece dei segnali GPS! È un sistema incredibilmente sofisticato che li rende dei veri e propri maestri del volo notturno.

I diversi “modi di vedere” tra i pipistrelli

È importante sottolineare che non tutti i pipistrelli sono uguali, e questo vale anche per i loro sensi. Esistono circa 1400 specie di pipistrelli, e non tutte usano l’ecolocalizzazione allo stesso modo, o in modo così spiccato.

Un confronto sui sensi dei pipistrelli
Gruppo di pipistrelli Visione principale Ecolocalizzazione Dieta tipica
Microchirotteri (la maggior parte) Limitata, si affida principalmente all’udito e all’ecolocalizzazione. Altamente sviluppata, emettono ultrasuoni. Insetti, pesci, rane.
Megachirotteri (i cosiddetti “volpi volanti”) Buona, utile per trovare frutti e fiori. Limitata o assente (utilizzano altri metodi, come la vista e l’olfatto). Frutta, nettare, polline.

Come potete vedere dalla tabella, i microchirotteri, che sono i pipistrelli più diffusi e che spesso associamo al volo notturno e all’ecolocalizzazione, hanno una vista che, sebbene presente, non è il loro senso principale per navigare nell’oscurità. Al contrario, i megachirotteri, che sono quei pipistrelli più grandi con un muso che ricorda quello di una volpe (da cui il nome), hanno una vista molto più sviluppata e spesso non usano l’ecolocalizzazione per orientarsi, ma piuttosto la vista e l’olfatto per scovare il loro cibo, che è principalmente frutta. Quindi, quando pensate a un pipistrello, cercate di specificare un po’ di più!

I limiti dell’ecolocalizzazione e l’importanza della vista

Anche per i pipistrelli che usano l’ecolocalizzazione, questa non è una bacchetta magica che trasforma il buio in pieno giorno. Ci sono dei limiti. Ad esempio, l’efficacia dell’ecolocalizzazione diminuisce con la distanza. Questo significa che un pipistrello potrebbe non essere in grado di rilevare un piccolo insetto a decine di metri di distanza. Inoltre, in ambienti molto affollati di suoni (come una cascata o una strada trafficata), il “rumore” di fondo può interferire con la capacità del pipistrello di sentire gli echi.

Per questo motivo, molti pipistrelli non hanno completamente rinunciato alla vista. Anche quelli che si affidano all’ecolocalizzazione utilizzano la vista, seppur in modo limitato, soprattutto in condizioni di luce residua, come durante l’alba e il tramonto. Potrebbe essere sufficiente per distinguere sagome, evitare ostacoli più grandi o localizzare luoghi sicuri dove riposare. È un po’ come avere una doppia strategia: un piano A (l’ecolocalizzazione) e un piano B (la vista), per essere sempre preparati.

Quando i pipistrelli “parlano” con il cibo

Una curiosità affascinante è che i pipistrelli non si limitano a “sentire” il mondo. Alcune specie di pipistrelli predatori, come quelli che si nutrono di rane, hanno evoluto un sistema ancora più complesso. Sembra che alcune rane, per sfuggire ai predatori, abbiano imparato a “tacere” quando sentono gli ultrasuoni del pipistrello. E i pipistrelli? Alcuni hanno sviluppato la capacità di modulare la frequenza dei loro richiami per cercare di “ingannare” le rane o per capire se il segnale che ricevono è effettivamente quello di una preda. È una vera e propria guerra acustica nel buio della notte!

Domande frequenti

I pipistrelli sono ciechi?

Assolutamente no! Contrariamente alla credenza popolare, la maggior parte dei pipistrelli non è cieca. Anche quelli che si affidano maggiormente all’ecolocalizzazione, come i microchirotteri, possiedono la vista, anche se non è il loro senso primario per navigare nell’oscurità più profonda. I megachirotteri, invece, hanno una vista anche piuttosto buona.

Cosa sono gli ultrasuoni che emettono?

Gli ultrasuoni sono onde sonore con frequenze superiori a quelle percepibili dall’orecchio umano (oltre i 20 kHz). I pipistrelli li utilizzano come un sonar biologico, emettendoli e interpretando gli echi di ritorno per “vedere” il mondo circostante, individuare ostacoli e prede.

Possono i pipistrelli usare l’ecolocalizzazione anche di giorno?

Sì, alcuni pipistrelli possono usare l’ecolocalizzazione anche durante il giorno, ma è molto più utile ed efficace durante la notte o in ambienti bui come le grotte. Di giorno, molti pipistrelli preferiscono affidarsi alla vista e all’olfatto per orientarsi, soprattutto se sono frugivori o nettarivori.

Quanti metri possono “vedere” con l’ecolocalizzazione?

La distanza a cui un pipistrello può rilevare oggetti con l’ecolocalizzazione varia molto a seconda della specie e dell’ambiente. In generale, possono rilevare oggetti entro pochi metri, ma i pipistrelli specializzati nella caccia di insetti in volo possono percepire piccole prede a distanze più ravvicinate, mentre quelli che navigano in spazi aperti possono avere un raggio d’azione maggiore per gli ostacoli più grandi.

Insomma, cari amici, la prossima volta che sentirete un fruscio nella notte o vedrete un’ombra svolazzare, ricordatevi che quei simpatici mammiferi alati non stanno “vedendo” al buio nel modo in cui lo intendiamo noi, ma stanno piuttosto “ascoltando” il mondo con un’incredibile precisione sonora. È un promemoria affascinante di come la natura, con la sua fantasia infinita, abbia trovato soluzioni geniali per permettere ai suoi abitanti di prosperare anche negli angoli più bui del pianeta. E questo, diciamocelo, è un vero spettacolo degno di nota.

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