
Perché gli squali non dormono mai?
E se vi dicessi che gli squali, questi signori degli abissi con la fama da insonni cronici, in realtà… dormono? Sì, avete capito bene! Niente lettini a baldacchino per loro, niente coperte di piuma d’oca (immaginateli con un pigiamone a tema pesce palla, già mi viene da ridere). Ma la verità è che il loro riposo è un concetto talmente alieno dal nostro che ci fa sembrare i loro sonnellini delle maratone di meditazione zen. Ma allora, perché questa nomea di eterni vigili? Perché, a quanto pare, gli squali non dormono mai come li intendiamo noi, e c’è una ragione ben precisa, legata a un dettaglio fondamentale: respirare. Prepariamoci a tuffarci nelle acque profonde (e un po’ burrascose) del sonno degli squali, scoprendo che dietro quella facciata da imperturbabili predatori si nasconde un meccanismo di sopravvivenza affascinante quanto la loro forma primordiale.
I predatori che non chiudono occhio (quasi mai)
Diciamocelo, l’idea di uno squalo che sbadiglia e si accoccola sul fondale marino a farsi un pisolino ci fa sorridere. Eppure, la percezione comune è che questi magnifici animali siano perpetuamente attivi, sempre all’erta, pronti a scattare. E in parte è vero. Molti squali, soprattutto quelli più grandi e più noti come il grande bianco o lo squalo mako, hanno bisogno di muoversi costantemente. Ma non è solo una questione di predazione o di territorialità. Il vero motivo dietro questa apparente insonnia è legato a un aspetto vitale: la respirazione. A differenza nostra, che inspiriamo ed espiriamo volontariamente grazie ai nostri polmoni, molti squali dipendono da un processo chiamato ventilazione branchiale ad aria forzata.
Respirare muovendosi: la ventola branchiale
Pensate a una specie di meccanismo ad auto-riciclo dell’ossigeno. Molti squali, soprattutto quelli che vivono in acque aperte e ben ossigenate, hanno delle branchie che funzionano in modo un po’ diverso. Non hanno un opercolo (una sorta di coperchio protettivo) che spinge l’acqua sulle branchie come fanno i pesci ossei. Invece, per far passare l’acqua ricca di ossigeno attraverso le loro branchie e scartare l’anidride carbonica, devono letteralmente nuotare. Immaginatevi di dover correre su un tapis roulant per poter respirare! Questo significa che fermarsi completamente, per lunghi periodi, sarebbe per loro un po’ come per noi trattenerci il respiro per ore. Ed ecco che il “non dormire mai” acquista un senso biologico ben preciso.
Non tutti gli squali sono uguali: chi “dorme” e chi no
Ma attenzione, generalizzare è sempre un po’ un rischio, anche nel mondo degli squali. Non tutti infatti sono costretti a questo moto perpetuo. Esistono infatti due strategie principali per la respirazione branchiale:
- Ventilazione ad aria forzata (Ram Ventilation): Questa è la tecnica degli eterni in movimento. Squali come il grande squalo bianco, lo squalo balena o lo squalo mako necessitano di nuotare per far entrare l’acqua nelle branchie.
- Ventilazione a pompa (Buccal Pumping): Altri squali, come lo squalo nutrice o lo squalo tappeto, hanno sviluppato muscoli nella bocca e nella faringe che permettono loro di pompare attivamente l’acqua sulle branchie, anche stando fermi sul fondale.
Quindi, mentre alcuni squali sono dei veri e propri atleti che non possono permettersi una pausa respiratoria, altri hanno trovato il modo di concedersi dei momenti di relativa quiete. E qui entra in gioco il concetto di sonno “squalesco”.
Il sonno degli squali: un riposo attivo
Okay, se alcuni possono fermarsi, allora dormono? La risposta è sì, ma in un modo che a noi umani sembrerebbe più una fase di trance che un vero e proprio sonno ristoratore. Gli squali che utilizzano la ventilazione a pompa possono permettersi di riposare sul fondale, spesso in luoghi riparati. Durante questi periodi, il loro cervello non si spegne del tutto. Si parla di un sonno uni-emisferico, simile a quello di alcuni uccelli o delfini. In pratica, un emisfero cerebrale rimane attivo, permettendo loro di monitorare l’ambiente circostante, di reagire a potenziali minacce o prede, e soprattutto, di mantenere la ventilazione branchiale attiva (anche se a pompa). L’altro emisfero, invece, riposa. Dopo un po’, i ruoli si invertono.
Pensateci: è come se una parte del cervello facesse la guardia mentre l’altra si fa una bella dormita. Un sistema incredibilmente efficiente per sopravvivere in un ambiente dove ogni secondo può fare la differenza tra un pasto e l’essere esso stesso un pasto (o peggio, finire in un pescato accidentale).
I segnali di “sonno” e l’importanza del riposo
Come facciamo a capire quando uno squalo sta “dormendo”? Beh, non li vediamo sbavare sul cuscino. I ricercatori hanno osservato che gli squali che riposano diventano meno reattivi agli stimoli esterni. Il loro nuoto diventa più lento e ondeggiante, o semplicemente si posizionano sul fondale, con movimenti minimi. Anche la loro frequenza cardiaca e respiratoria subisce una leggera diminuzione. Questo periodo di ridotta attività è cruciale per il recupero energetico, per il consolidamento della memoria e per le funzioni biologiche che richiedono un minor dispendio di energie. Anche i predatori più temibili hanno bisogno di ricaricare le batterie, anche se lo fanno in modo che a noi sembra quasi un incantesimo.
| Specie di squalo | Metodo di ventilazione | Capacità di riposo fermo | Attività tipica |
|---|---|---|---|
| Grande squalo bianco | Ventilazione ad aria forzata | No (richiede movimento) | Nuoto costante, predazione |
| Squalo balena | Ventilazione ad aria forzata | No (richiede movimento) | Nuoto lento, filtrazione |
| Squalo nutrice | Ventilazione a pompa | Sì (sul fondale) | Riposo sul fondale, caccia notturna |
| Squalo tappeto | Ventilazione a pompa | Sì (mimetizzato sul fondale) | Attesa, caccia d’agguato |
Il mistero del sonno in movimento
E per quelli che devono nuotare per respirare? Come fanno a riposare? Qui il mistero si infittisce. Alcuni scienziati ipotizzano che questi squali possano avere dei periodi di attività ridotta mentre nuotano a velocità costante. In queste fasi, potrebbero entrare in uno stato di sonno attivo, dove una parte del cervello è più vigile e l’altra meno. È come guidare in autostrada per ore, dove non siamo completamente addormentati ma nemmeno completamente all’erta. L’occhio vigile, o meglio, l’emisfero vigile, è costantemente alla ricerca di pericoli o opportunità. È un equilibrio precario, un compromesso evolutivo che ha permesso a questi magnifici predatori di prosperare negli oceani per milioni di anni, senza mai fermarsi del tutto. È la dimostrazione che la natura ha sempre una soluzione, anche per chi, per respirare, deve tenere il motore acceso 24 ore su 24.
Domande frequenti
Gli squali sognano?
Ah, il sogno degli squali! Sebbene non abbiamo prove dirette che gli squali abbiano sogni complessi come i nostri, dato che dormono con un emisfero cerebrale attivo, è plausibile che durante queste fasi di riposo subiscano delle forme di elaborazione neurologica che potrebbero essere considerate l’equivalente dei nostri sogni, magari legati all’attività predatoria o alla navigazione nell’oceano.
Cosa succede se uno squalo che ha bisogno di muoversi per respirare si ferma?
Se uno squalo che necessita di ventilazione ad aria forzata smettesse di nuotare, non riuscirebbe più a far passare ossigeno attraverso le branchie. Questo porterebbe a un soffocamento. È per questo che alcune specie, come il grande squalo bianco, sono costrette a un movimento continuo per sopravvivere.
Tutti i pesci dormono come gli squali?
No, non proprio. I pesci ossei, a differenza di molti squali, possiedono un opercolo che permette loro di pompare acqua sulle branchie anche da fermi. Molti di loro mostrano periodi di riposo più simili al sonno, anche se le modalità esatte variano molto tra le specie.
Uno squalo può addormentarsi mentre attacca?
È estremamente improbabile. Le fasi di attacco o caccia richiedono la massima attenzione e attività cerebrale. Gli squali che hanno bisogno di muoversi per respirare sono sempre in uno stato di “sonno attivo” quando nuotano, ma questo non implica un addormentamento completo che comprometterebbe la loro efficacia predatoria.



